famiglie  in  rete
4°  incontro
la  comunicazione  di  coppia
12.06.11

Era il giorno di Pentecoste! E forse non poteva capitare in giorno migliore l’incontro di “famiglie in rete” della nostra parrocchia.

Ci siamo ritrovati, come sempre, eccetto l’incontro di avvento dell’anno scorso, presso la parrocchia S. Luigi al Castello. Ricevuti dalla squisita ospitalità del parroco, don Peppino La Penna, e dal meraviglioso verde del parco che circonda la chiesa.
Siamo stati bene.

Una giornata di spiritualità, di preghiera, di comunione, di dialogo, di confidenze tra famiglie, di amicizie nuove e antiche, di conoscenza di altre coppie, di condivisione non solo di esperienze coniugali, ma anche di cibo, di collaborazione e di attenzioni reciproche.

Talvolta può sembrare che si crei un ambiente, come definirlo? surreale? Eppure sentiamo che se questi atteggiamenti fossero più diffusi, forse si creerebbe un mondo migliore, più umano, più cittadino, più sereno. Non sono questi i doni dello Spirito Santo che ci sono stati donati con la Pentecoste?

E’ stato detto che siamo “famiglie in rete” perché noi siamo i nodi della rete. Una rete che si deve estendere ad altre famiglie per allacciare nuovi nodi, nuovi rapporti, nuova fiducia, nuova amicizia, nuovo benessere, nuova confidenza, nuovi punti di riferimento, nuovi punti di appoggio, nuova fiducia.

Qualcuno su www.pacebenemondo.it ha mandato il seguente messaggio che mi piace riproporre qui:

Grazie a tutti per l'incontro delle famiglie in rete! E' stata come sempre un'esperienza interessante che ci ha riempito il cuore. Invito chi non ha partecipato a non perdere la prossima occasione perché ciò che si impara stando insieme fa davvero tanto bene...
firmato: cuore di mamma

Abbiamo cominciato come sempre: un grande cerchio formato dai genitori e i bambini seduti a terra nel grande cerchio.


Ci siamo collegati a Francesco d’Assisi, alla sua esperienza cristiana, alla sua appassionata ricerca di Cristo per capire cosa volesse da lui finché non gli fece sentire nel cuore di andare per il mondo a “riparare la sua chiesa”.

Dopo la preghiera in cerchio, è partito il trenino dei 47 piccoli con i loro animatori e il treno grande dei genitori. Ognuno dei gruppi ha occupato il suo territorio.

I piccoli si sono allontanati con gli 8 ragazzi della Gifra e le giovani catechiste, mentre i genitori si sono accomodati per mettersi in rete.

Anche questa volta, i ragazzi della Gifra insieme alle catechiste più giovani, oltre ad avre curato l’allestimento video/audio, hanno intrattenuto i più piccoli con giochi interessanti dalla caccia al tesoro alle ricerche bibliche.


Il gruppo dei piccoli hanno giocato guidati dai loro animatori fino al momento in cui tutti insieme abbiamo celebrato l’Eucaristia.
I responsabili dell’Oratorio della parrocchia hanno informato sull’andamento del tesseramento e relativa festa e sull’oratorio estivo.

Il pranzo è stata una festa: ognuno ha messo in comune quanto aveva e tutti hanno condiviso la festa di essere in rete.

Nel pomeriggio i piccoli si sono esibiti con canti e spettacoli per la gioia dei loro genitori. Le catechiste dei vari gruppi della catechesi avevano preparato queste attività nei giorni della catechesi interattiva!

Particolare interesse ha suscitato il bellissimo video preparato dal trio Franco-Michela-Flavia: “Son tutte belle le mamme del mondo” che ha visto come protagonisti i bambini del primo anno di catechesi.
fra fra

Dopo aver sistemato i piccoli, Manuela e Riccardo Maselli hanno condotto le 32 coppie al confronto. Hanno aperto così l’incontro.

Ci piace pensare alle nostre storie di coppie come ad un viaggio.
Sul binario 1, arriva il treno dell’amore. Si parte mano nella mano, il desiderio è arrivare a destinazione insieme. Alla partenza c’è il sole.
I raggi riscaldano il cuore, danno speranza, fiducia: ci sono le premesse per un bel viaggio!

Poi lo scenario cambia: tratti di pioggia, di gelo, di nebbia. Possono esserci tempeste improvvise. Il sole a tratti ricompare. Poi di nuovo nuvole.
A volte si ha l’impressione che quel “si per sempre” non abbia più senso e che l’unica soluzione sia scendere da quel treno, magari per prenderne un altro con la speranza che il cielo si mantenga terso.
Ma uno dei limiti della condizione umana è che le variazioni atmosferiche, legate agli eventi della vita, non sono prevedibili.
Allora la sfida è: quelle mani possono continuare ad abbracciarsi per sempre?

ESISTE UN TOM TOM, UN SATELLITARE  CHE PERMETTE AI DUE CONIUGI  DI NON PERDERE DI VISTA LE PICCOLE E GRANDI METE DEL LORO PERCORSO CONTINUANDO A TENERSI PER MANO?

Insieme abbiamo pensato di evidenziare alcuni punti che ci possono aiutare a comunicare meglio tra noi, per crescere nel nostro rapporto di coppia. Ve li proponiamo.

Saper ascoltare.                                                                                          
L’ascolto mi fa pensare al cassetto di un armadio pieno di indumenti.  Fino a un certo punto, facendo forza, qualcosa può entrare. Poi basta.
Così è per noi. Se il nostro cassetto è pieno di convinzioni, idee, opinioni, certezze.
L’altro non entra; non c’è spazio! Le sue parole rimbalzano e tornano al mittente.  Ascoltare vuol dire svuotare il cassetto in modo da poter accogliere completamente l’altro.  In questo modo ci arricchiamo della mente, del cuore, dell’anima dell’altro e cominciamo a sperimentare il “noi”.

Ascoltare significa, ad esempio, sospendere ogni attività, chiudere il giornale, spegnere la TV, girarsi verso il nostro interlocutore e vivere nel qui e ora della relazione,  prendendosi del tempo prima di reagire senza la fretta di giungere alle conclusioni e alla risposta da dare, con l’illusione di aver già compreso ciò che l’altro vuol dire. 

Esprimersi invece di accumulare bollini.                                    
“Non litigavano mai.  Una coppia perfetta.  Sempre gentili.  Poi improvvisamente lui se n’è andato.  Senza una spiegazione.  Chiusa la porta e via. Incredibile!”
Quante volte ascoltiamo storie come questa. Com’è possibile che ciò accada?                                                                         
Ce lo spiega la raccolta di “punti premio”. Cosa avviene quando si acquistano dei prodotti?  Che si accumulano punti che danno la possibilità di ricevere dei premi. 
Proprio così funziona la nostra psiche. Quando non si possono provare e/o esprimere delle emozioni per inibizioni oppure per paura si inizia la raccolta e, punto dopo punto, si può arrivare a riscuotere.

Con 100 punti di rabbia, per esempio, si può riscuotere un urlo udito in tutto il condominio; con 1000 vola qualche piatto; con 10.000 si può aprire la porta e andar via. La stessa cosa avviene per il dolore: con 100 punti di dolore si può piangere a lungo; con 10.000 punti si va, magari, incontro a una crisi depressiva.  E’ opportuno esprimere i propri vissuti emotivi nel momento in cui si vivono. L’amore suggerirà come e quando farlo. Naturalmente è diversa la situazione in cui si avverte l’emozione, si ha la possibilità di esprimerla e si decide di non farlo in base a una valutazione; tenendo conto, cioè, dell’altro e della situazione. Dove c’è possibilità di scelta non c’è raccolta punti!

L’amore: una magia ma non trasforma in maghi
Uno dei miti dell’amore è: “Se mi ama deve capirmi a volo!”; “se glielo chiedo non è la stessa cosa!”.  Il tutto rinforzato dal pensiero che la conoscenza debba necessariamente portare l’altro a comportarsi come vorremmo. Ma ciò non può avvenire perché ognuno ha i suoi punti di riferimento e si comporta in base ad essi.  E’ il conoscersi che può avvenire esclusivamente attraverso la comunicazione, che permette di agire tenendo presente lei/lui.

Evitare la lettura della mente.
“Non parla, significa che ce l’ha con me!”. “Si è dimenticato dell’anniversario, significa che non valgo niente per lui!”. 
Questi pensieri sono interpretazioni che rappresentano il significato che il soggetto attribuisce a certi comportamenti. Esso nasce dalla  lettura degli eventi e non equivale alla realtà. Interpretare significa voler leggere nella mente dell’altro. Magari lei non parla perché ha una preoccupazione, oppure lui non dà importanza agli anniversari perché è abituato a esprimere l’amore con modalità diverse. La conseguenza della lettura della mente è che lui/lei, sentendosi invaso, reagisce e si difende e ciò sfocia, spesso, in litigi.  Ciò non significa non tener presente l’intuito, ma ciò che facilita la comunicazione è verificare le intuizioni e non viverle e proporle come certezze in quanto esse possono essere inquinate da idee e convinzioni generalizzate, conseguenza di esperienze del passato.

Rispondere direttamente allo stimolo inviato. 
“Sei cambiata. Ti sento lontana. Cosa provi per me?”  “Sono solo stanca”. 
Una comunicazione frequente tra moglie e marito in un certo momento del loro rapporto. Cosa accade in questa conversazione? Lei non risponde, ridefinisce, cioè sposta il livello della comunicazione dal sentimento alla sensazione di stanchezza. Ciò avviene quando la domanda dell’inviante costituisce inconsapevolmente una minaccia per il ricevente che si difende non rispondendo. Il non rispondere, si apprende, inoltre, nell’educazione ricevuta; basti pensare a una risposta tuttora frequente alla domanda del bambino su com’è nato: “Ti ha portato la cicogna!” o “Sotto un cavolo!”. E’ bene rispondere sempre direttamente. Il dolore non va evitato, fa parte della vita. Guardare in faccia ciò che fa male aiuta ad affrontare le situazioni,  per “crescere insieme”.

Comunicare direttamente bisogni, idee, desideri. 
A volte, per evitare il conflitto, si può pensare di nascondere all’altro alcune cose.  Gli alibi a sostegno di questo modo di pensare sono vari. “Tanto non può capire!”; “Se glielo dico si dispiace!”; “E’ meglio se stiamo tranquilli!”; “Potrebbe usarle contro di me!” etc.
Non potrò mai dimenticare l’impressione che mi fece un amico, quando mi riferì che aveva fatto un’adozione a distanza senza dirlo alla moglie perché lei non poteva capire. 

E’ nel confronto quotidiano sulle piccole e grandi cose, nel conflitto a volte anche duro e doloroso e nello sforzo per comprendersi che nasce quel dialogo che porta la coppia a sentirsi “noi”. 


E’ vero che la vita di coppia è fatta da spazi condivisi e da spazi personali; non siamo identici e, di conseguenza, abbiamo anche interessi e hobbies diversi accanto a spazi condivisi. Il punto è poter comunicare all’altro l’esigenza di uno spazio personale. Fare ciò aiuta la coppia a non sospettare e a conservare la fiducia, elemento fondamentale di una relazione d’amore.

L’altro può non capire, oppure capire e non condividere, è vero!  Ma proprio questo può consentire l’accesso a un livello di comunicazione più profondo caratterizzato dal comunicarsi sinceramente al partner. 
Le incomprensioni, i confronti accesi, i conflitti, fanno parte del gioco. Non vanno evitati bensì vissuti con l’obiettivo di poter vivere pienamente l’essere “coppia” nel rispetto dell’individualità di ciascuno.

Una amica, invece, mi manifesta la tristezza che prova quando il marito, che si collega a facebook ogni sera, inventa scuse pur di non farla avvicinare al computer.  “e’ un mondo suo”, mi dice piangendo, “io sono esclusa completamente. Chissà cosa fa, con chi chatta.”  
Le zone d’ombra, i non detto, sono micidiali.  Abituano a un certo tipo di rapporto in cui la metodologia è:  diciamoci solo le cose che ci fanno sentire bene, evitiamo le scomodità e i disagi. 
Ma com’è possibile evitare le incomprensioni, i conflitti, nella nostra vita personale e di coppia?
E’ l’illusione della famiglia del Mulino Bianco, sempre sorriso Durbans! 

IL TOM TOM ESISTE: E’ LA COMUNICAZIONE!
LA POSSIBILITA’ DI DIALOGARE, DI COMUNICARSI ALL’ALTRO RECIPROCAMENTE, ASSUME UN’IMPORTANZA CENTRALE DELLA VITA DI OGNI COPPIA!

FAMIGLIE IN RETE ….FAMIGLIE IN GIOCO

Nella seconda parte dell’incontro è stato chiesto a mogli e mariti di schierarsi le une di fronte agli altri  in  un avvincente gioco di “memoria” e non solo!

Davanti alle incalzanti domande-gioco son venute fuori dichiarazione di stima e di affetto che … magari il partner aspettava o forse ignorava o meglio si è sentito gradevolmente sorpreso!

“Ti ricordi quale il giorno e l’episodio che ha “generato il vostro fidanzamento?”  
Divertente verificare come il marito ricordasse una data diversa da quella pensata  dalla moglie o di come i luoghi dell’incontro non risultassero essere gli stessi.
Ne è venuta fuori una vivace anamnesi pubblica tra marito e moglie. Tutte le altre coppie lì attente a discernere e a mettere insieme i ricordi e le due versioni che in fondo si equivalevano!

La seconda domanda: “quando tuo marito e/o tua  moglie ti ha <sorpreso> positivamente?” 
portava a scoprire alcuni aspetti della moglie e/o del marito così dolci, così teneri, venuti fuori nelle risposte che, ascoltate a caldo, toccavano profondamente il cuore delle altre coppie.
Una moglie ha ricordato la tenerezza del marito nel confortarla  in un momento difficile quale la morte di un genitore.

Un marito si sorprendeva ancora della precisione, dell’ordine e dell’amore che la moglie metteva nel fare bene tutte le cose; un altro  invece era stato  sorpreso  dall’amore manifestato dalla moglie nel preparargli una festa di compleanno a sorpresa.  

Divertente un’altra domanda che chiedeva il colore preferito dalla moglie e/o marito.
Tutti i mariti sono entrati in panico: neanche uno ricordava il colore preferito dell’abito della propria moglie, mentre le mogli li hanno azzeccati tutti!


 

PREPARATI  DALLE  CATECHISTE…
I PICCOLI  SI  DIVERTONO  E  DIVERTONO !
… COMMOZIONE  DEI  GENITORI !

  

Così i piccoli si sono divertiti ed hanno commosso i loro genitori!